Categoria: comunicati stampa

  • Luca Erriquenz: ironia, esperienza e passione nel nuovo singolo “Domani ti sposo”, fuori dal 10 Ottobre

    C’è un momento in cui la vita sembra un palcoscenico: un litigio che si trasforma in abbraccio, una promessa che nasce da piccoli gesti, un sogno d’amore che si tinge di ironia e concretezza. È proprio da queste immagini che prende vita “Domani ti sposo”, il nuovo brano di Luca Erriquenz, pianista, cantautore e poliedrico artista pisano.

    Il testo racconta con leggerezza e sincerità il desiderio di costruire un futuro insieme, fatto di attenzioni semplici ma vere. Come recita un passaggio emblematico, “Mi vendo la moto, compro anche un cane, col resto un maglione ed il pane”: una dichiarazione d’amore che rinuncia all’inutile per abbracciare l’essenziale.

    Nella sua ironia, la canzone porta un messaggio profondo: premiare la quotidianità, vivere in simbiosi, riconoscere valore anche alle piccole cose. Inventarsi un litigio e “metterci una pezza”, parlare del niente e colorare il tempo insieme: è da queste immagini che Erriquenz costruisce un racconto sull’amore maturo e consapevole.

    Sul piano musicale, “Domani ti sposo” unisce una vena rock fresca e spensierata con arrangiamenti che sostengono l’interpretazione vivace dell’artista. Grazie al suo ritmo coinvolgente ed ad un sound fresco e brillante, il brano sprigiona energia e positività, mettendo in risalto lo stile di Erriquenz, capace di fondere semplicità comunicativa e contenuti profondi.

    Con alle spalle 13 album, una lunga carriera live e un percorso da docente e produttore musicale, Luca Erriquenz conferma ancora una volta la sua capacità di sorprendere il pubblico, fondendo esperienza, ironia e passione in un brano il cui ritornello difficilmente vi toglierete dalla testa.

    “Domani ti sposo” sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali a partire dal 10 ottobre e in anteprima radiofonica.

    Luca Erriquenz BIOGRAFIA

  • “Vivere in una scacchiera”, il brano vincitore del Roma in Musica Contest firmato MettFOUR

    Immaginate di trovarvi in una stanza illuminata solo da un fascio di luce, mentre intorno a voi il pavimento si trasforma in una scacchiera infinita. Ogni passo diventa una scelta, ogni mossa un rischio: è questa la suggestione che offre “Vivere in una scacchiera”(Artisti Online), il nuovo singolo di MettFOUR, giovane cantautore romano che ha già dimostrato di saper trasformare emozioni intime in musica universale.

    Il testo è un affresco autobiografico che racconta la fragilità, i dubbi e la lotta interiore di una generazione sospesa tra sogni e paure. Con immagini forti e viscerali, MettFOUR fotografa la difficoltà di trovare un senso in un mondo che corre troppo veloce. La frase “È come vivere in una scacchiera / ed ogni mossa metti a rischio la vita intera” diventa manifesto di questa condizione: la vita come gioco strategico in cui ogni decisione porta con sé conseguenze profonde e talvolta irreversibili.

    Dal punto di vista musicale, “Vivere in una scacchiera” si muove tra atmosfere pop moderne e una produzione dal respiro intimo ma incisivo. Il ritmo incalzante, sorretto da una batteria pulsante e da linee di chitarra avvolgenti, crea un equilibrio perfetto tra tensione e malinconia, mentre la voce di MettFOUR emerge limpida e sincera, guidando l’ascoltatore dentro un percorso emotivo che non lascia indifferenti.

    Con questo brano, il cantautore non offre soltanto una canzone, ma un atto di coraggio artistico, un invito a guardarsi dentro e a riconoscere le proprie fragilità. È musica che vibra di autenticità, capace di trasformare un vissuto personale in un racconto collettivo.

    “Vivere in una scacchiera” sarà disponibile dal 10 ottobre su tutte le piattaforme digitali e in rotazione radiofonica, segnando un nuovo importante capitolo nel percorso artistico di MettFOUR.

    MettFOUR BIOGRAFIA

  • Il lavoro nobilita l’uomo, ma io ho le rate da pagare. Priscilla Marvel racconta il fallimento del mito della realizzazione personale

    C’è chi dice che il lavoro nobiliti l’uomo. Priscilla Marvel risponde con una strofa che non lascia spazio a equivoci: «Odio il mio lavoro ma qualcuno lo deve fare. Hanno detto che nobilita l’uomo, ma io ho le rate da pagare». “Cuore di panna”, il suo nuovo singolo, non è l’ennesima canzone sul disagio giovanile: è un piccolo trattato pop sulla stanchezza sociale come condizione permanente, raccontata con il linguaggio dei millennial e della Gen Z. A firmarne la produzione è Velli (Valentina Samberisi), producer e musicista con cui Priscilla porta avanti un percorso interamente al femminile: una scelta consapevole e quasi politica, in un settore dove il gender gap resta evidente e i talenti femminili faticano ancora a trovare spazio.

    Un brano che affronta il tema dell’anticapitalismo con una chiave ironica e sorprendentemente leggera, sottolineando la fatica di una generazione costretta a correre sempre più veloce, tra precarietà e continua ricerca di efficienza, mentre il mondo attorno si sgretola. «È impossibile fare la rivoluzione se sei stanca» non è solo l’incipit del brano, ma la sintesi di una condizione diffusa. Il corpo, la mente, il tempo: tutto viene cannibalizzato da un modello di vita che pretende produttività continua. La retorica del “se vuoi puoi” e del “basta impegnarsi” si infrange contro la realtà di lavori precari, salari bassi e aspettative di efficienza permanente. Priscilla Marvel rovescia questa narrazione e lo dice senza giri di parole: se sei esausta, se non riesci nemmeno a respirare, non puoi cambiare le cose. La rivoluzione non è un atto eroico, ma richiede energie che il sistema stesso toglie.

    In tal senso, il titolo, apparentemente innocuo, racconta molto più di quanto sembri. “Cuore di panna” intercetta quella parte di resistenza sottile e silenziosa che si rifiuta di farsi consumare completamente dal logorio della società contemporanea, anche quando tutto sembra chiedere perfezione.

    Sotto l’immaginario zuccherino si muove un disagio concreto, che si inserisce in un dibattito molto più ampio: quello di chi è cresciuto con la promessa di opportunità illimitate, e che invece si trova schiacciato da instabilità, disillusione, precarietà, burnout e sogni lasciati nel cassetto.

    Accanto al beat elettronico curato da Velli, le chitarre di Guido Fontana spezzano la freddezza digitale con incursioni più materiche. Dentro questo intreccio si innestano versi che, tra allegoria e disincanto, scelgono la nuda evidenza, come «Sei una statua di marmo ma dentro sei un caos come un quadro di Picasso»: uno scarto netto che diventa cortocircuito, specchio dello stato catatonico in cui si riconosce una parte della generazione a cui Priscilla appartiene.

    Dietro “Cuore di panna” c’è un percorso che parte da lontano. Gabriella Marvulli – questo il vero nome dell’artista – inizia nel 2012 con un progetto sperimentale basato su pianoforte, voce e batteria. La svolta arriva nel 2022 con Alka Record Label, con cui pubblica i singoli “Venerdì”, “Toy Boy” e “Sempre in guerra” – brani in cui il cantautorato incontra l’indie-pop – e le prime tracce elettroniche. Con “Fenice” (2024) nasce invece la collaborazione con la producer Valentina Samberisi, in arte Velli: una scelta che riflette una visione ben definita: quella di un progetto al femminile, capace di mettere al centro la condivisione e la possibilità di scrivere nuove regole nel panorama musicale.

    Oggi, quell’esperienza confluisce in “Donna Ostile”, l’EP in uscita nei prossimi mesi: cinque canzoni nate senza un concept predefinito, ma legate da uno sguardo critico verso il presente. Dalla “felicità di plastica” all’amore ridotto a bene di consumo, i testi raccontano un disagio condiviso tanto dai millennial quanto dalla Gen Z, in bilico tra il godere del momento e la sensazione di non poter cambiare nulla.

    «Con questo singolo – dichiara Priscilla – ho voluto dire ad alta voce quello che spesso ci viene chiesto di tacere. Ci hanno abituato ad accontentarci, a credere che correre e consumare fosse normale. Io penso sia giunto il momento di dire basta, anche solo con una canzone. So che non cambierò il mondo, ma almeno posso raccontarlo per come lo vedo.»

    Accompagnato dal videoclip ufficiale, diretto da Sofia Zanotti, “Cuore di panna”, è una satira amara che mette in scena quella corsa continua che lascia le persone esauste e svuotate.

    Tra elettronica e cantautorato, Priscilla Marvel dimostra la sua abilità nel trasformare disincanto e precarietà in materia musicale. Non chiede indulgenza e non edulcora la realtà: mette a fuoco cosa significa vivere in apnea tra lavori instabili e ambizioni spezzate. “Cuore di panna” non si erge a proclama, ma a cronaca cantata che intercetta un sentimento comune: quello di chi non vuole più fingere di avere energie illimitate.

    E in un periodo storico in cui si parla molto di burnout e di “grandi dimissioni”, “Cuore di panna” è la voce di una generazione che ha smesso di credere alle promesse e vuole finalmente raccontarsi per quello che è. Una generazione che non cerca eroi, ma riconoscimento. E che trova, in una canzone pop, il modo più semplice e insieme più politico per dirlo.

  • “Fumo e Malditesta” è il nuovo singolo di Er Pablo

    Dal 10 ottobre 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e rotazione radiofonica “Fumo e malditesta”, il nuovo singolo di Er Pablo.

    “Fumo e Malditesta” è un brano che racconta la quotidianità dell’artista con un sound hip hop ricco di dettagli blues e soul, rappresentando un’evoluzione continua del suo stile musicale. La scrittura di questo brano è stata relativamente breve e ha avuto come chiave di volta la chitarra, il cui giro semplice ma ricco di dettagli ha liberato la mia creatività. Il testo è pieno di giochi di parole e particolari che gli conferiscono molteplici significati e “vite” diverse.

    Commenta l’artista a proposito del brano: “La mia parte preferita è lo “special”, dove ho inserito una traccia audio di un video girato tempo prima, offrendo all’ascoltatore un ulteriore dettaglio su cui riflettere e arricchendo così l’esperienza di ascolto.”

     

    Biografia

    Pablo Deleuse in arte “Er Pablo” è un cantautore romano della nuova scuola hip-hop.

    Il suo percorso artistico comincia con la recitazione ma, ancora giovanissimo, inizia ad appassionarsi alla musica prendendo ispirazione dal vecchio rap romano e dallo studio dei testi dei suoi autori preferiti: Primo

    Brown, I Villa Ada posse, Colle Der Fomento. Si approccia a scrivere i primi brevi pezzi a circa 11 anni prendendo spunto degli autori che ama e studia costantemente ancora oggi. All’età di 16 anni si appassiona alla musica suonata dal vivo e inizia da autodidatta a studiare vari strumenti, Chitarra, Pianoforte, Batteria. Il suo amore per la musica lo porterà ad approfondire vari generi musicali trovando una sua realtà nel rap strumentale. Ascoltando le sue ultime uscite: “Veterano”, “L’alba dei pensieri” e “Fumo e Malditesta”, si evince immediatamente la sonorità di molti strumenti suonati dal vivo e accompagnati da testi molto profondi che rispecchiano ciò che l’artista vive quotidianamente. Er Pablo, crescendo sia artisticamente che anagraficamente si spinge sempre più nello sperimentare nuove sonorità abbinandole a testi che trasmettono sensazioni ed interpretazioni diverse ad ogni singolo ascoltatore; questo è anche uno dei motivi per cui il pubblico di Er Pablo è molto eterogeneo, sia di età che di sesso, come lui stesso ricorda in molte interviste: “La cosa più importante per me è l’interpretazione delle mie parole, sono davvero curioso di sapere cosa le persone vedono nei miei testi”. Con questo concetto l’artista ci fa capire che il fine delle sue canzoni è la comunicazione che porta alla scoperta di tutti quei mondi che le sue parole riescono a creare; ogni persona può vedere qualcosa di unico nei suoi testi. Nonostante il suo animo solitario Er Pablo collabora con molte persone e artisti. Ad assisterlo nella comunicazione c’è il grande team della Red&Blue, mentre per creare una magia unica nelle canzoni si appoggia al produttore Violea, che con il suo sound a volte morbido a volte più rock lo aiuta ad arricchire le musiche ed a renderle uniche.

    “Fumo e Malditesta” è il nuovo singolo di Er Pablo disponibile sulle piattaforme di streaming digitale e in rotazione radiofonica dal 10 ottobre 2025.

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  • MARTINO CUSANO: “SCATTI INTERCONNESSI – PROSPETTIVE URBANE DI LATINA” PRESENTAZIONE MARTEDI’ 7 OTTOBRE, ORE 18,00 SPAZIO IDEA

    Non sono scatti casuali quelli di Martino Cusano ma opere fotografiche che rendono Latina una città preziosa.
    I lavori dell’artista saranno esposti da martedì 7 ottobre, presso lo Spazio Idea di via Sisto V,11 a Latina. L’appuntamento è alle ore 18.

    Sarà possibile ammirare un percorso fotografico di ricerca di luoghi, persone e dettagli architettonici che restituiscono storie ed emozioni. Il bianco e nero domina la scelta stilistica con l’utilizzo di materiali e processi di lavorazione che rendono ogni pezzo unico.

    Le opere esposte sono:-
    ARTE IN OMBRE, (1999), nove stampe certificate che ritraggono dettagli di statue e monumenti con una osservazione ravvicinata che evidenzia rotondità, sfumature e dettagli altrimenti impossibili da vedere.
    Grazie a un braccio idraulico solitamente utilizzato per cambiare le lampadine dei lampioni, messo a diposizione dall’amministrazione comunale dell’epoca, i due fotografi Martino Cusano e Daniele Patriarca si recarono nelle ore notturne nei pressi dei gruppi marmorei da immortalare e scattarono in bianco e nero.
    C’è la “Famiglia rurale” dell ex mercato agrario di E. Caldana, “Le spighe” nel cippo monumentale di Piazza Dante, “Cerere” e “Il costruttore” del palazzo della Prefettura di F. Barbieri, le testine scolari e il libro della Scuola elementare “O. Montani, la “Medusa” e il “Centauro morso dal serpente” della Corte d’assise tribunale di Latina di D.Cambellotti, la Manina di Palazzo M.
    “L’idea nacque dal desiderio di mostrare particolari con una prospettiva alternativa – racconta il critico d’arte Vincenzo Scozzarella, che sarà presente alla inaugurazione – dettagli utili per poter narrare e che sono essi stessi strumento di conoscenza”.
    Il risultato è un documento prezioso, originale ed emozionante.
    Un’altra opera esposta si intola “SALIRE” , 36 stampe analogiche formato 10×10 su carta Politenata.
    Sezioni di scale vorticose, dettagli architettonici di scalini e passamano, linee in chiaro scuro che sembrano in movimento e metaforicamente ci rimandano a saliscendi esistenziali.
    Da tale opera è stato estratto un trittico fotografico fine art “SALIRE – luce e architettura -2002”.
    Si tratta di una stampa con un montaggio certificato su alluminio e una cornice a cassetta e stampa in rilievo con vetro museale.
    Altre opere, scattate a fine anni ’90 sono TRATTORIA EMILIANA, NON ACCETTO MANCE, entrambe formato 30×40, INTERVALLO (30X30), TEMPO SOSPESO, un lavoro dedicato al quartiere Nicolosi, dove spicca la figura di Giulia, ex suora che ha aiutato a far nascere quasi tutti i bimbi del quartiere. Lo stesso luogo a rappresentare passato e futuro. Tutte le opere sono con stampa
    certificata analogica su carta baritata. UN LUOGO DEL MONDO (2019) formato 50X50, stampa fotografica a pigmenti, montaggio su lastra di alluminio, mostra una Latina insolita

    Martino Cusano, classe 1965, si occupa di fotografia, arte e comunicazione a tempo pieno ed è impegnato nella fine art, con installazioni fisse e temporanee. Tra le sue passioni, la
    creazione di sistemi luminosi.
    Le immagini dell’autore riflettono le influenze di maestri come August Sander, Hiroshi Sugimoto, Federico Fellini e Alfred Hitchcock, che ritroviamo nella profondità interiore
    della ritrattistica, in un ermetismo denso di espressioni simboliche, nello chapiteaux in cui fa muovere l’umano, nell’attenzione prestata ai dettagli e all’interazione degli spazi.
    E’ stato spesso descritto come fotografo concettuale, sia in riferimento alla originaria e ancora attuale missione di raccontare l’umano sul palcoscenico della vita, sia nell’ambito del suo ruolo di interlocutore per progetti di architettura e interior design, rappresentati mediante le sue narrazioni visuali.

  • “I Kissed a Girl” è il nuovo singolo degli Sviet Margot

    Da venerdì 10 ottobre 2025 sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “I Kissed a Girl”, il nuovo singolo degli SVIET MARGOT.

    Gli Sviet Margot reinterpretano il celebre brano di Katy Perry “I Kissed a Girl” che conferma la loro produzione elettronica iniziata a febbraio 2025. In questa canzone però si accentua l’anima rock della band con una maggiore presenza della chitarra elettrica distorta di Lorenzo Ventura. Il ritmo è sempre molto incalzante e caratterizzato da un groove coinvolgente. Il mashup con il brano di Tori Amos “Cornflake girl” rende questo remake una composizione originale, che vede la voce di Tiziana a volte più aggressiva e a volte più morbida e sensuale. La produzione di Antonio Aronne (sound engineering della band) ha apportato al brano un sound esplosivo che si accentua soprattutto sui ritornelli.

    Spiega Tiziana Giudici a proposito del brano: “A causa della vorticosa vita che viviamo, a volte come donna dimentico di mettere in primo piano, le mie esigenze, e l’esaltare me stessa in ogni situazione. Con questa canzone e con questo video, esorto me e tutte le donne, a vivere senza schemi, e senza pregiudizi. Indipendenza e grinta devono essere il nostro mind set quotidiano!”.

    Il videoclip di “I Kissed a Girl” è una sequenza di scene che hanno come protagoniste le donne in diversi contesti: dalla routine quotidiana di bellezza, alle più varie attività sportive, fino alla vita professionale. In quest’ultima veste, la protagonista è proprio la cantante della band, Tiziana Giudici, ripresa mentre svolge il suo lavoro in ufficio. Il video è un’esaltazione della bellezza, del fascino e della forza femminile: donne libere, indipendenti e sicure di sé. Per gli Sviet Margot, il “bacio alla ragazza” è un invito alla donna a baciare, ad amare, ed onorare sé stessa!

     

    Guarda qui il video di “I Kissed a Girl” https://www.youtube.com/watch?v=vgRJ9fux2-4

     

     

    Biografia

    SVIET dal russo “Luce”, MARGOT la sexy donna di Lupin III. Gli Sviet Margot sono una band romana attiva da molti anni, caratterizzata da una sensuale voce femminile, cristallina, a tratti lirica e grintosa, su una base musicale energica e frizzante, che si esprime nel genere Pop Rock ed ammicca al Jazz, al Progressive e al J Rock. La band ha all’attivo tre album “Spiriti di Luce” (2013), “Glance to Infinity” (2016) e “Into the Badlands” (2023).  

    Il singolo “Calore” (dall’album “Spiriti di luce”), è stato scelto dalla Warner Records nel film prodotto dalla 20th Century Fox “Come trovare nel modo giusto l’uomo sbagliato”.

    Gli Sviet Margot hanno condiviso il palco con importanti nomi internazionali come Poets of the Fall, Guano Apes e The 69 Eyes.

     

    “I Kissed a Girl” è il nuovo singolo degli Sviet Margot disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica da venerdì 10 ottobre 2025.

     

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  • Elisabeth Grey porta il suo ultimo singolo nelle radio italiane e internazionali

    Immaginate di trovarvi al volante, di notte, su una strada deserta. Luci che guidano il cammino, strade deserte e pianeti come fari: è così che comincia “I FollowYou”, il nuovo singolo di Elisabeth Grey, artista olandese che ha scelto di diventare cantante professionista a 55 anni per dare voce alle sue passioni.

    Grey invita l’ascoltatore a salire in auto, a seguire la propria stella e a perdersi in un viaggio notturno tra le galassie. Non è solo musica, ma un piccolo racconto cinematografico dalle tinte intime e malinconiche. Il brano racconta la storia di una donna che intraprende un percorso sia fisico che spirituale. Nel testo la protagonista “sente il vento tra i capelli” mentre guida lungo una strada silenziosa; i pianeti e la luna fanno da guida, simboli del destino e della luce interiore. Il ritornello ribadisce la promessa: “I follow you, I follow you / till the end of the world with an angel at my side”. Questa frase — ripetuta come un mantra — esprime un amore totale e una devozione che va oltre il tempo e la logica: seguire qualcuno o qualcosa fino alla fine del mondo significa abbandonarsi con fiducia al viaggio della vita. Il riferimento all’“angelo al proprio fianco” aggiunge una dimensione spirituale, suggerendo che la guida non è solo umana ma anche metafisica.

    Dal punto di vista sonoro, “I Follow You” è una ballata dolce e intima con accordi soffici e riverberati che creano un panorama sonoro ampio, in cui la voce può librarsi senza ostacoli. Il ritmo è lento, quasi sospeso; non ci sono batterie impetuose o chitarre in primo piano, ma un accompagnamento misurato che sottolinea la delicatezza del tema. Elisabeth Grey canta con un timbro etereo ma radicato, che appare come un sussurro portato dal vento. È proprio questa scelta minimalista a dare profondità emotiva al brano.

    Tra tutte le immagini del testo, spicca la frase “I follow you, I follow you / that is what I deserve and I feel alive”. Qui Grey rivendica il diritto di seguire la propria strada: l’atto di seguire non è un sacrificio ma un modo per sentirsi vivi. La canzone suggerisce che la felicità deriva dal coraggio di inseguire ciò che si desidera, che si tratti di una persona, di un ideale o di un sogno.

    Il singolo è già in rotazione radiofonica e disponibile su tutte le piattaforme di streaming, a conferma del forte interesse che sta suscitando tra gli addetti ai lavori. Grey, supportata da una band di musicisti formati al conservatorio e abituati a spaziare tra disco e ballate, porta così nelle radio italiane e internazionali un progetto che incarna la maturità artistica e la voglia di ricominciare.

    “I FollowYou” non è solo una canzone da ascoltare, ma un invito a seguire la propria luce interiore e a non smettere mai di inseguire i propri sogni. A completare il quadro c’è anche un videoclip ufficiale in cui la regia traduce in immagini la metafora del viaggio: strade notturne illuminate dai fari dell’auto, riflessi stellari e primi piani della cantante sottolineano l’atmosfera sospesa del brano e rendono ancora più immersivo il racconto.

    Elisabeth Grey BIOGRAFIA

  • Marco Falagiani, storico compositore e paroliere italiano, produce il primo singolo di LAVU’, una canzone che racconta il bisogno di libertà in un’epoca segnata da fatica, lavoro e disumanità

    Un meteorite dritto al cuore, la ripetizione ossessiva di un ritornello che insiste, ribadisce, si imprime per restare addosso come un marchio, fino a diventare liberatorio: “Ci voleva”. È così che nasce il primo singolo di LAVU’, cantautrice toscana che sceglie di raccontare l’urgenza di una fiamma, una scintilla capace di spezzare il grigiore della vita quotidiana. Non un brano d’amore in senso stretto, ma il racconto semplice e diretto di ciò che serve davvero per respirare di nuovo.

    A sostenere questo esordio è la presenza di un nome di rilievo del panorama musicale italiano: Marco Falagiani, compositore, paroliere, arrangiatore e produttore artistico tra i più celebri della scena contemporanea. Autore della musica de “Gli uomini non cambiano” (Mia Martini, Sanremo 1992), coautore di “Non amarmi” (Aleandro Baldi e Francesca Alotta, vincitore di Sanremo 1992 nella sezione Novità) e pluripremiato per le colonne sonore di film come “Mediterraneo” (Oscar 1992), Falagiani ha collaborato per un lungo periodo con Giancarlo Bigazzi e con artisti come Mia Martini, Marco Masini, Umberto Tozzi, Anna Oxa e Fabrizio Moro, partecipando complessivamente a 14 edizioni del Festival di Sanremo, vincendo tre volte nella categoria Giovani e una volta nella categoria BIG. Con lui, Marzio Benelli, compositore, arrangiatore, fonico e regista del videoclip ufficiale che accompagna il brano. Benelli, noto professionista del settore, ha lavorato con artisti come James Tayor, Lucio Dalla, Skin, Claudio Baglioni, Renato Zero e Antonello Venditti.

    Una squadra di esperienza a servizio di un esordio, che nasce però da un’urgenza personale e sincera.

    Scritto dalla stessa LAVU’ in un pomeriggio d’estate e sviluppato intorno al contrasto tra la stanchezza della vita quotidiana — ore di lavoro, alienazione, ipocrisia — e l’irruzione improvvisa di una presenza capace di cambiare la rotta, “Ci voleva” comprende in sé due lati opposti della vita: concretezza e simbolismo. Una prospettiva narrativa che si muove tra terra e cielo, tra disincanto e bisogno di verità.

    «Questa canzone – dichiara LAVU’ – racchiude tutto: la necessità di un incontro, di una scossa, di qualcosa che ribalta la vita. Volevo che fosse diretta, immediata, facile da ricordare, ma anche capace di richiamare l’ossessione positiva di un bisogno irrinunciabile.»

    “Ci voleva” intercetta, attraversa e libera un sentimento condiviso da molti: il bisogno di una pausa, di un respiro di vita tra i ritmi accelerati di una società sempre più frenetica. Una traccia pop per un tempo in crisi, dunque, che trasforma in musica la fatica, rendendola una forma di linguaggio: un linguaggio semplice, insistente, catartico, che si comporta come un piccolo rituale contemporaneo, generando risonanza in chi lo ascolta e si identifica in esso, senza pietismo e senza retorica.

    Le immagini scelte da LAVU’ — il meteorite, i pianeti, i brillanti nascosti — raccontano il bisogno di un impatto, di un allineamento, di una luce segreta. La sua è una scrittura che nasce da un’esperienza personale ma si apre a significati più ampi. Uno storytelling che porta nel pop italiano un respiro quasi cinematico, dove il quotidiano e il cosmico si incontrano.

    Il videoclip ufficiale, diretto da Marzio Benelli con la fotografia di Duccio Brunetti e il contributo di Filippo Quaresimi (hair stylist & make up), traduce in immagini la natura del brano: dettagli intimi alternati ad aperture visive, per rendere in forma concreta l’urgenza di “Ci voleva”. Un’estensione naturale della canzone, che ne amplifica il carattere diretto e al tempo stesso suggestivo.

    “Ci voleva” è il bisogno di una scossa che ci riporti al centro, in un tempo in cui il respiro sembra mancare. Ed è il primo capitolo di un percorso in cui LAVU’ porta nel pop italiano la forza dell’immaginario cosmico e la concretezza delle emozioni reali, vissute nella fatica dei giorni e illuminate da incontri che cambiano la rotta.

  • Folkstone annunciato il Delirium Winter Tour

    I Folkstone tornano sui palchi italiani con il “Delirium Winter Tour – Special Edition”, una serie di concerti che porteranno la band in alcune delle città e dei club più importanti per presentare il doppio album “Natura Morta”.

    Il “Delirium Winter Tour – Special Edition” non sarà solo un viaggio musicale, ma anche un momento di condivisione con il pubblico che da sempre accompagna la band con grande partecipazione e affetto.

    DELIRIUM WINTER TOUR

    Il calore di questa estate lo portiamo nei club. Il delirium continua…

     

    05/10 Faenza (RA) | MEI – Meeting Degli Indipendenti

    31/10 Cagliari | FABRIK

    08/11 San Donà di Piave (VE) | Revolver Club

    15/11 Isola della Scala (VR) | Taste of Earth

    21/11 Genova | Verdi Teatro Genova

    22/11 Taneto (RE) | Fuori Orario

    29/11 Grassina (FI) | Viper Theatre C/o CdP

    06/12 Ciampino (RM) | ORION

    17/12 Torino | Hiroshima Mon Amour

    20/12 Ranica (BG) | Druso

    (Calendario in aggiornamento)

    Per maggiori informazioni: www.folkstone.it

     

     

    “Natura Morta” già disponibile dal 21 marzo 2025 su tutte le piattaforme di streaming digitale, in formato fisico e vinile, è un doppio album dall’animo malinconico e sincero, ma anche potente e vibrante di energia. Il disco si arricchisce della partecipazione di importanti featuring con artisti come i Modena City Ramblers in Fragile, Trevor Sadist in Mediterraneo, Daridel in Mala Tempora Currunt e i Punkreas in La Fabbrica dei Perdenti.

    La musica si orchestra tra cornamuse, arpa e altri strumenti che, con il loro fascino, evocano tempi lontani. I testi, invece, sono sempre radicati nel qui e nell’ora, pronti a ritrarre scorci d’umanità con un occhio che, più che critico, rimane sensibile dalla prima all’ultima riga. Un ritratto scanzonato e romantico delle nostre vite e del mondo che ci circonda.

    Spiega la band a proposito del disco: «La nostra “Natura Morta” è uno sguardo perso nella vita, un senso di disordine mistico ed una dose di disillusione nata da una costante ed autocritica riflessione. Il tutto sempre con il sorriso sulle labbra, sempre consapevoli della quotidiana realtà, così meravigliosa e struggente al tempo stesso. Siamo nell’epoca del materialismo spinto. Il nostro vuole essere un urlo disperatamente romantico».

     

    “NATURA MORTA” è disponibile su AUDIOGLOBE

    “NATURA MORTA” TRACKLIST:

    1. Alabastro
    2. Appennino
    3. Vuoto a Perdere
    4. Lacrime di Marmo
    5. Natura Morta
    6. Macerie
    7. Resta qui
    8. Fragile – Feat. Modena City Ramblers
    9. Mediterraneo – Feat. Trevor, Sadist
    10. Mala Tempora Currunt – Feat. Daridel
    11. La Fabbrica dei Perdenti – Feat. Punkreas
    12. Scarpe Rotte
    13. Persia
    14. Sulla Riva
    15. Brindo Otra Vez
    16. L’ultima Thule (cover Guccini)

     

    Biografia

    I Folkstone sono una rock metal band che si forma nel 2004 da un’idea di Lorenzo “Lore” Marchesi, frontman della band. All’attivo oggi hanno 7 album studio e 2 DVD live. Ciò che rende unica questa band è la miscela esplosiva tra strumenti antichi quali cornamuse, arpa, flauti, bouzouki, ghironda e la granitica base rock/metal di basso, chitarra e batteria. Il cantato è interamente in italiano ed i loro testi sono ricercati e coinvolgenti tra il narrativo, l’interiorità ed il sociale. La loro naturale dimensione è sin dall’inizio il puro live, dove riescono ad esprimere tramite un’attitudine punk tutta la loro potenza ed espressività maturata attraverso centinaia e centinaia di live in Italia ed Europa. Dopo una separazione durata qualche anno nel 2023 annunciano la reunion con un’esibizione al Live Club di Trezzo sull’Adda come headliner del MetalItalia Festival. Data l’incredibile e calorosa risposta dei fan la band decide di pubblicare il nuovo singolo “Macerie” e qualche mese dopo “La fabbrica dei perdenti”, pezzo di cui registrano il videoclip all’Alcatraz di Milano a marzo 2024 con il locale sold out carico di energia.  I due singoli sono inoltre pubblicati nel vinile “Racconti da Taberna”, raccolta dei brani che hanno segnato la storia della band dall’inizio ad oggi.  Dopo il tour estivo scrivono un doppio album in uscita il 21 marzo 2025. “Natura Morta”, questo il titolo del nuovo lavoro è stato presentato al Legend Club di Milano dal 28 al 30 marzo 2025.  La band è stata premiata il 5 ottobre 2025 al MEI per i 20 anni di carriera indipendente.

     

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  • Marco Moretti torna con “The Moonlight Needs the Sun”: sei tracce tra sogno e realtà

    La vita è un film meraviglioso e siamo noi i protagonisti di questa rappresentazione cinematografica. Sarà un film comico, drammatico o una commedia? Questo non sempre dipende da noi, ma anche dagli eventi esterni sui quali non abbiamo alcun controllo. Nonostante tutto, restiamo noi i registi della nostra vita, quindi se non possiamo decidere il finale, possiamo quanto meno scrivere la sceneggiatura e la trama.

    Proprio con questa visione si presenta Marco Moretti, artista originario dell’Alto Adige, che dopo aver fondato una band rock/metal nel 2003 ha intrapreso diversi percorsi musicali, arricchendosi di esperienze artistiche e personali.

    Con il suo nuovo EP, “The Moonlight Needs the Sun”, Moretti racconta piccoli episodi della vita quotidiana, trasformandoli in piccole puntate di una serie tv capaci di toccare l’animo degli ascoltatori.

    Il sipario si apre con “Start Again”, Una storia di una ragazza che rifiuta la possibilità di un grande amore per partire alla ricerca di sé stessa in giro per il mondo cercando qualcosa che potrebbe trovare solo dentro di lei. Tuttavia nulla è  davvero perduto e con nuova consapevolezza c’è ancora una possibilità per ricominciare La canzone diventa così un inno alla possibilità di ricominciare sempre, nonostante tutto.

    Segue “Born in a Lonely Room”, brano che sembra autobiografico e che celebra la magia della musica come colonna sonora della nostra vita. Un inno al potere dei giovani sogni che, nati tra le mura di una camera, possono trasformarsi in canzoni capaci di riempire i più grandi stadi del mondo.

    Con “US Maya and Chloe”, Moretti racconta invece l’eccezionale normalità di un weekend in famiglia, tra natura e intimità, dove anche la voce femminile che accompagna il brano si fa accogliente, calda e confortevole.

    Arriva poi “The Pah of the Drop”, una delicata metafora sulla vita: ognuno di noi nasce come una goccia che cade da una nuvola, destinata a raggiungere il mare. Non possiamo fermare questo percorso segnato dalla gravità, ma ciascuno vivrà un viaggio unico, diverso per lunghezza e intensità.

    La title track, “The Moonlight Needs The Sun”, si presenta come canzone strumentale: qui le parole lasciano spazio alla musica, capace di trasmettere emozioni pure e universali.

    Il sipario si chiude con “Be Real!”, scritto nel 2018 ma registrato solo ora: un brano che invita alla libertà, alla fiducia in se stessi, all’essere autentici e a vivere al massimo delle proprie possibilità.

    Con queste canzoni, Marco Moretti riesce a intrecciare la profondità dei sentimenti con la semplicità della vita quotidiana, mostrando come ogni attimo possa diventare un ricordo da pellicola.

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    Marco Moretti BIOGRAFIA